Glossario politico del partito INSIEME

Parole chiave per una nuova politica

Autonomia

Viviamo di Autonomia perché liberi e non condizionati dal bipolarismo che negli ultimi 25 anni ha inaridito e trasformato in peggio la politica. Autonomia per liberarci dalla costrizione di doversi schierare pregiudizialmente, e noi sappiamo come all’una e all’altra parte manchi una piena rappresentatività popolare. Autonomia perché nessun’altra forza politica ci rappresenta ed è in grado di coniugare assieme la Costituzione e la Dottrina sociale della Chiesa. Entrambe parlano di solidarietà, sussidiarietà, dignità della persona e giustizia sociale. La nostra autonomia è dunque capacità di presentare un pensiero forte e una progettualità del tutto specifica e originale. La decliniamo nel sentirci liberi e forti. Non condizionati da convenienze personali o di gruppo, nell’ottica di ricercare sempre il bene comune e forti della nostra libertà di pensiero. In una parola, Autonomia per sostenere la fiducia e la partecipazione popolare e rispondere così ai principali mali della nostra democrazia: indifferenza e irrilevanza dei cittadini.

Autonomie locali

Per noi sono il fondamento di uno Stato democratico. Partendo dal Comune – l’ente di governo della prossimità –, per salire alla Provincia o alla Città Metropolitana – ente di governo dell’area vasta –, e alla Regione – ente legislativo, di programmazione e controllo – in un equilibrato rapporto regolato dal principio di sussidiarietà e con una precisa definizione di responsabilità, anche fiscale. Tutti gli amministratori locali devono venire eletti dai cittadini del territorio.

Bene comune

Abbiamo visto dove ci ha portato la cultura dell’individualismo sfrenato: a una società in cui le persone sono più deboli, isolate e impoverite, a vantaggio di una élite sempre più ricca e potente. Una forza popolare come la nostra non è animata da egoismi individuali o di gruppo ma persegue con il suo programma proprio il “bene comune”, obiettivo che identifica la Politica, con la P maiuscola, cioè la “buona politica”.

Cittadinanza attiva

Il cittadino deve coltivare il senso civico ed essere protagonista della vita politica della propria comunità e della propria nazione. Partendo dall’esercizio del voto, che gli deve permettere di scegliere il partito e le persone che meglio lo rappresentano, e utilizzando appieno la libertà di associarsi in corpi intermedi per lo sviluppo economico e sociale. Partecipazione è democrazia.

Coerenza

Fa forse sorridere richiamare questo valore in un’epoca politica dove abbiamo assistito al passaggio dal tutto al contrario di tutto nel giro di poche ore, a trasformismi e giravolte e passaggi di casacca che qualche mese prima sarebbero parsi impossibili. La nostra tradizione politica, il popolarismo, è vecchia più di un secolo ma continua ad essere un riferimento per leggere anche la realtà di oggi.

Coesione sociale

Fortemente indebolita nell’epoca dell’individualismo, nasce dalle relazioni tra i membri della comunità, animati da senso civico per promuovere l’assunzione collettiva di responsabilità nella ricerca del “bene comune” e per creare reti di solidarietà capaci di contrastare povertà, solitudine ed emarginazione.

Competenza

Le persone sono tutte da considerare degne del massimo rispetto, anche quando esprimono opinioni che non condividiamo. Ma non possiamo considerare tutti uguali nella capacità di affrontare i problemi della comunità che si ha il compito di amministrare. Diversa cultura, diverse motivazioni, diverse esperienze rendono le persone diverse tra loro. La Politica, la buona politica, richiede anche persone competenti e capaci di fronteggiare le crisi del nostro tempo.

Comunità

Nell’epoca dell’individualismo esasperato si è perso il senso della comunità, con la sua identità e i suoi legami di fraternità e solidarietà. Va recuperato come necessario generatore di senso civico e di coesione sociale, a partire dalla dimensione del Municipio, ente di governo e partecipazione della prossimità.

Confronto (dialogo)

Rifiutiamo una politica di scontro, urlata e demagogica, tesa a demonizzare il “nemico”. Crediamo in una Politica ragionata, incentrata sui problemi concreti e sulla loro soluzione: per arrivarci è più utile il dialogo, per costruire con altri attori politici il massimo bene comune possibile.

Costituzione

La nostra Carta costituzionale è la base della Repubblica e il fondamento sempre attuale della nostra civile convivenza, oltre che uno degli espliciti riferimenti – con la Dichiarazione universale sui diritti umani e la Dottrina sociale cristiana – del nostro partito. Ogni tanto qualcuno pensa di cambiarla, quasi sempre con proposte peggiorative. Noi pensiamo che prima di tutto la Costituzione vada attuata negli obiettivi ancora parzialmente disattesi, non cambiata.

Cura del Creato e sostenibilità

Le politiche degli affari e delle promosse ha compromesso il benessere ambientale, sociale ed economico delle future generazioni. Dobbiamo assumerci la responsabilità di cambiare rotta, nella direzione di una Politica della sostenibilità perché le risorse sfruttate, gli investimenti, lo sviluppo tecnologico e le stesse istituzioni siano coerenti con i bisogni attuali e futuri. Il sistema globale ci impone di mettere in campo a livello europeo e mondiale uno sforzo congiunto per favorire uno sviluppo che soddisfi i bisogni di oggi senza pregiudicare le chances per i giovani di oggi e di domani.

Democrazia

Può anche essere una forma di governo che talvolta funziona a fatica, ma è la più rispettosa della persona e della sua sovranità collettiva, quella che appartiene al popolo. La forma rappresentativa delineata nella Costituzione, con parlamentari eletti e scelti tramite il libero voto, rimane la più limpida e praticabile. Senza impegno e sacrificio di tutte le parti non vi può essere democrazia, ma solo scorciatoie.

Doveri e diritti

La cultura individualista e partiti a caccia di facile consenso, promettendo sempre di più, hanno enfatizzato i “diritti”, specie individuali e civili, trascurando quelli sociali. Noi partiamo invece dai doveri, che comportano responsabilità e onestà, ricordando Aldo Moro: “Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere”.

Europa

Crediamo nel progetto europeo. L’Italia ha bisogno di più Europa, anche per superare definitivamente alcuni storici problemi irrisolti, a partire dal Mezzogiorno. Riscontriamo le criticità provocate dagli “egoismi” nazionali e dal complicato sistema istituzionale e burocratico che negli anni si è data l’Unione europea. Questioni da risolvere, però, partecipando sempre con solida competenza e continuità al suo sviluppo. Dopo un lungo, troppo lungo periodo di liberalismo sfrenato, che in tutta l’Europa ha provocato divisioni e squilibri, oltre che un allargamento della forbice tra i sempre più ricchi e i sempre più marginalizzati o impoveriti, i gruppi dirigenti europei sembrano incamminati nella riscoperta di una politica più solidale che dev’essere sostenuta e rafforzata anche grazie a una partecipazione italiana finalmente coerente e responsabile.

Insieme eredita da Alcide Degasperi la visione europea, ieri quasi profetica e oggi indispensabile per competere nello scenario geopolitico. I singoli Stati del Vecchio continente sono destinati a declinare rapidamente a fronte ai giganti politici, economici e tecnologici del mondo globalizzato. Uniti, invece, potrebbero rappresentare una locomotiva per un equilibrio di pace e di sostenibilità ambientale.

Facce nuove

Cambiare significa incoraggiare la partecipazione di gente nuova, che porti una svolta rispetto a un personale politico che si autoperpetua e non consente che dalla società civile, dalle professioni, dai gruppi di rappresentanza intermedi emergano competenze e talenti nuovi.

Famiglia

È una delle quattro parole-chiave nel nostro simbolo. Rappresenta il primo e insostituibile nucleo della società, alimentato dall’amore e dal progetto di procreazione, e unito da un vincolo di solidarietà. La famiglia, non più solo l’individuo, deve diventare il parametro di riferimento delle politiche sociali e fiscali. Senza negare la giusta attenzione a nuove forme di convivenza e condivisione di progetti biografici.

Giovani

Le diverse crisi – morale, sociale, economica – del nostro Paese penalizzano soprattutto i giovani, privati di una prospettiva di futuro. Devono misurarsi con l’insufficienza educativa della scuola, e spesso con l’impreparazione della famiglia; sanno che le certezze riferibili al lavoro sono inquinate da una flessibilità che è diventata precarietà, non solo lavorativa ma anche esistenziale. In queste condizioni, il legame più forte che essi stabiliscono è con le piattaforme digitali, a cui spesso si concedono integralmente, forse per supplire in modo virtuale a relazioni sociali insufficienti. Ricostruire la prospettiva di futuro per le giovani generazioni deve diventare il tema più importante della nostra Politica, attraverso la centralità di attenzioni alla condizione giovanile, predisponendo politiche urgenti che ricostruiscano un rapporto tra istituzioni e società degli adulti e giovani, al momento tenuti ai margini in un’Italia che invecchia sempre più.

Giustizia sociale

Strettamente legata alla democrazia e all’uguaglianza, è la tensione verso una società capace di garantire a ciascuno pari opportunità di realizzazione personale attraverso lo studio e il lavoro, assicurando a tutti condizioni di vita almeno dignitose. Un obiettivo sempre più irraggiungibile per crescenti masse in quest’epoca caratterizzata dall’aumento della concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi individui. Senza giustizia sociale non possono emergere meriti individuali.

Laicità

Il nostro è un partito di laici che trovano nella lunga tradizione del popolarismo le ragioni di un impegno ispirato cristianamente, ma consapevole della necessità di includere e aprirsi alla collaborazione con tutti i credenti e non credenti. È la traduzione in un valore politico del “date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio”. Questo monito del Vangelo indica nel modo più semplice la divisione tra il piano religioso e quello della Politica, nel quale operano in piena autonomia le persone che aderiscono a Insieme.

Legge elettorale proporzionale

Le leggi elettorali fin qui introdotte in Italia hanno costituito lo strumento attraverso cui il sistema politico ha perpetuato un sistema verticistico che impedisce il libero e pieno emergere di tutte le potenzialità proprie della società civile, mortificato i territori, chiuso il confronto democratico in un recinto delimitato, e provocato un arretramento del Paese nei confronti del resto del mondo. Si è spesa molta retorica nel garantire la governabilità, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti: per di più è stata quasi rottamata una piena rappresentatività degli ideali, compromettendo il corretto rapporto tra eletti ed elettori.

Lavoro

Non solo un’ulteriore parola-chiave inserita nel nostro simbolo, ma il basamento su cui poggia la nostra Costituzione. È il lavoro che dà dignità ad ogni persona, che crea ricchezza e che permette, con la fiscalità, di esercitare politiche di sostegno e solidarietà verso i più deboli. Rilanciare la dignità del lavoro, non riducibile al solo valore economico, è una delle priorità. La precarietà e molte forme di flessibilità si sono rivelate una negazione della centralità del lavoro come socializzazione e piattaforma dei progetti di futuro.

Libertà

È la conditio sine qua non per lo sviluppo della persona. Scriveva Sturzo: “La libertà è come l’aria: si vive nell’aria; se l’aria è viziata, si soffre; se l’aria è insufficiente, si soffoca; se l’aria manca si muore. La libertà è come la vita; la vita è presente in tutti gli atti, in tutti i momenti; se non è presente, è la morte. La libertà si attua ogni giorno, si difende ogni giorno, si riconquista ogni giorno”.

Merito

Il fatto che tutti siamo uguali nella nostra dignità di persona, nei diritti e doveri stabiliti dalla legge, non significa che i diversi talenti e volontà non debbano venire riconosciuti e valorizzati. Il merito, nella scuola e nel lavoro, rappresenta l’indispensabile ascensore sociale a disposizione di chi è svantaggiato, ed è una chance di crescita personale, collettiva e, alla lunga, di effettiva democrazia.

Municipalismo

È un aspetto originale del pensiero politico di Luigi Sturzo: la centralità del Municipio, del Comune, la cellula della comunità politica organizzata più vicina alle persone e alle famiglie. Dal Comune parte il sistema delle Autonomie locali, organizzate con il principio di sussidiarietà. Dai municipi, dal loro spirito di comunità, occorre ripartire per ricostruire la coesione sociale così compromessa dopo la lunga stagione dell’individualismo. È un passo necessario per tornare a offrire un contenuto concreto alla relazione e al patto di responsabilità tra elettori e rappresentanti.

Onestà ed etica pubblica

Per chi orienta la propria azione politica al bene comune e non a interessi personali o di parte, l’onestà è un prerequisito naturale. Sappiamo che il potere e il denaro portano spesso chi ha compiti politici e manageriali a deviare dalla retta via e dai suoi doveri. Per questo i valori di fondo delle persone, e la conseguente etica dei comportamenti, sono così importanti.

Pace

Non è solo una delle quattro parole-chiave nel nostro simbolo, ma una condizione di vita e sviluppo per le persone e le nazioni, da perseguire sempre, non solo nei rapporti internazionali, ma anche nella quotidianità dei rapporti personali e politici, che devono essere all’insegna della mitezza, del confronto, della collaborazione, eliminando toni di odio, scontro e chiusura.

Partecipazione

La consideriamo componente inscindibile della democrazia e, con Giorgio Gaber, della libertà. Uno dei più inquietanti segnali di degrado della politica in Italia è il crescente astensionismo, arrivato a quasi la metà del corpo elettorale. Ecco perché servono partiti nuovi, con un programma coraggioso capace di dare soluzioni concrete ai problemi, e una legge elettorale proporzionale che recuperi la piena sovranità dei cittadini, anche nella scelta dei propri rappresentanti.

Persona

Al centro della nostra idea di società, un valore assoluto con la sua intangibile dignità in tutti gli stadi della vita, dal momento del concepimento fino alla sua conclusione naturale. Persone – donne e uomini – protagoniste della società attraverso la famiglia, e della Politica attraverso l’impegno nella comunità.

Politica

Occorre riscattare la forza di questa parola. Papa Paolo VI definì la Politica “la forma più esigente della carità”, e anche papa Francesco ha ribadito più volte lo stesso concetto. Esiste la “buona politica”, praticata da tantissimi amministratori – specie locali, nei Comuni e nelle Circoscrizioni – che non fa notizia. Una “buona politica”, o Politica con la P maiuscola, che è tale quando è “saturata di eticità, ispirata all’amore per il prossimo, resa nobile dalla finalità del bene comune”, per usare le parole di don Luigi Sturzo.

Popolarismo

È la dottrina politica ideata da don Luigi Sturzo, il cosiddetto “cristianesimo democratico” alla base del Partito popolare italiano e successivamente della DC. Sovranità del popolo, economia sociale di mercato ispirata dalla Dottrina sociale della Chiesa, cooperazione e collaborazione tra le classi sociali, senso della comunità nell’ottica del bene comune, ruolo fondamentale delle Autonomie locali, libertà di associazione e impresa, difesa della proprietà privata vista nella sua funzione sociale ne sono le caratteristiche costitutive.

Programma

È la base della nostra iniziativa politica: proposte concrete su cui sollecitiamo il consenso. Pur avendo una forte ispirazione ideale, quella del messaggio evangelico, non chiediamo una statica collocazione politica o, peggio, l’adesione a un’ideologia. Essere un partito di programma è una delle nostre caratteristiche, in linea con la lezione di Sturzo e del suo Partito Popolare.

Responsabilità

Ogni persona libera nella comunità politica diventa titolare di diritti e doveri. Un diverso impegno verso la comunità spetta poi a chi esercita ruoli di coordinamento e guida, di cui deve saper rispondere assumendosi la responsabilità delle scelte e dei comportamenti.

Rispetto

Basilare e irrinunciabile è il rispetto per le persone, con la loro dignità, i loro sentimenti, le loro esigenze. Le divergenze di opinione, il confronto politico – anche duro – non devono mai metterlo in discussione. E sarebbe bene rispettare non solo le persone, ma anche le istituzioni, e poi la verità e la coerenza, così calpestate in quest’epoca imbarbarita di polarizzazioni e conflitti esasperati.

Scuola

La scuola deve tornare a educare e non solo a istruire, praticando e diffondendo i valori su cui una società è basata, in una prospettiva etica tesa a consolidare il senso profondo della convivenza civile, della comunità, non meno delle conoscenze e dei saperi. Crediamo in una scuola ispirata ai più elevati standard di qualità, inclusiva, innovativa e competitiva, capace di valorizzare i talenti e il merito, senza dimenticare le fragilità e le diversità. Puntiamo a una decisa centralità della formazione nel dibattito pubblico, finalizzata a ristabilire un efficace patto educativo fra docenti e studenti. Crediamo nella scuola come luogo di crescita integrale della persona, in grado di preparare alla vita sociale e professionale puntando non soltanto sulla trasmissione di conoscenze, competenze e abilità ma anche sulla formazione etica. Crediamo nel pluralismo educativo e in un’efficace integrazione fra scuola pubblica e privata, come anche nella necessaria sinergia fra la formazione tecnico-professionale e quella umanistico-liceale al fine dello sviluppo economico e sociale del Paese.

Senso civico

Deriva dal sentirsi membri di una comunità in cui ciascuno deve fare la sua parte nell’esercitare i suoi diritti e doveri, partendo dal rispetto delle persone, con un atteggiamento di fiducia che porta a cooperare per il miglioramento della realtà in cui si vive.

Sobrietà

La politica decaduta della Seconda Repubblica è spesso sembrata una fiera delle vanità, nello scontro dei leader onnipresenti nel teatrino dei media, per non parlare dell’ebbrezza da potere che li ha caratterizzati. Noi abbiamo in Sturzo, De Gasperi, Moro – e nel presidente Mattarella, loro degno erede – esempi da prendere a modello.

Solidarietà

Si tratta di una delle quattro parole-chiave nel nostro simbolo: è l’insieme dei legami che uniscono le persone e i gruppi sociali in una comunità, cooperanti per provvedere al benessere condiviso e con uno sguardo privilegiato agli ultimi. La solidarietà sociale presuppone il confronto nella ricerca dei punti di intesa per il bene comune, anche là dove prevale l’individualismo, in una logica di frammentazione e conservazione di privilegi.

Sussidiarietà

Un principio fondamentale nella nostra idea di società, in una duplice dimensione: in senso verticale, con le competenze amministrative esercitate dall’Ente più prossimo al cittadino, il Comune, e poi da Provincia, Regione e Stato man mano che diventa necessario e più pertinente l’ambito superiore; in senso orizzontale, partendo dal cittadino e dal nucleo sociale di base, la famiglia, valorizzando associazioni e altri corpi intermedi, per cooperare con le istituzioni amministrative nel definire gli interventi che incidono sulle realtà sociali in cui è inserito.

Trasformazione

Non è sufficiente parlare di riforme, parola ormai inflazionata da tutti quelli che invocano cambiamenti senza saper specificare cosa e come cambiare. Noi sappiamo che la nostra Italia richiede profonde trasformazioni, a partire dal recupero del senso di comunità e della finalità del bene comune.

Uguaglianza

Se è vero che tutte le persone sono diverse tra loro, è importante che lo Stato, nelle sue articolazioni, assicuri a ognuno la reale parità di attenzione e opportunità sancita dalla Costituzione. Uguaglianza nei diritti e anche nei doveri, troppo spesso dimenticati perché richiamarli non attira consenso.

Verità

Sappiamo che è una parola difficile da proporre, per il rischio che venga vista come segno di presunzione o integralismo. Intendiamo solo affermare la nostra intenzione di applicare il dettato evangelico “il vostro parlare sia sì sì, no no”, recuperando un linguaggio che non si è più abituati a sentire nel tam tam mediatico, sostituito da cortine di fumo, mezze verità e bugie, forse per coprire debolezze di analisi o una propensione alle forme di tifo contro il nemico politico.

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