INSIEME sul Governo Draghi
Gli auspici del Partito Insieme sulle sfide di fronte al Governo
Il Governo Draghi con lo sviluppo del piano vaccinale e la presentazione al Parlamento del PNRR sta assolvendo ai primi obiettivi essenziali per cui, secondo il forte monito del Presidente della Repubblica, si è giunti alla costituzione di una vasta maggioranza parlamentare, che trova nell’autorevolezza del Presidente del Consiglio un punto sostanziale di saldatura tra forze politiche, che pur non rinunciano a manifestare la polarizzazione propria del regime bipolare che di fatto vige nel Paese.
Per parte nostra riteniamo che, il Governo Draghi possa e debba rappresentare, anche grazie al prestigio personale di cui gode il Presidente del Consiglio, una importante occasione perché l’Italia avvii un fruttuoso percorso di profonda trasformazione interna e giochi un ruolo più rilevante di quanto non sia mai accaduto, da trent’anni a questa parte, negli equilibri europei e internazionali.
Nel momento in cui il Governo Draghi si accinge a mettere mano a importanti riforme della amministrazione pubblica, dell’economia, delle politiche ambientali e dell’innovazione, INSIEME chiede che queste riforme pongano al centro la Persona, assicurandone la possibilità di liberamente esprimersi nei vari contesti della vita, i bisogni delle famiglie, le speranze di futuro dei giovani, la riduzione delle povertà materiali ed educative, la riduzione delle diseguaglianze territoriali e sociali, il rafforzamento del fattore lavoro nel suo rapporto con il capitale, oggi particolarmente critico. Chiede inoltre che queste riforme ridiano alla Scuola e alla ricerca la dignità che meritano in un’epoca di grande trasformazione, e ossigeno alla vitalità imprenditoriale dei territori italiani.
L’ampia consultazione amministrativa del prossimo autunno, ove le stesse forze che compongono l’attuale maggioranza vivranno un’aspra competizione, suggerisce l’opportunità di un fecondo raccordo tra Governo centrale e Autonomie locali, particolarmente necessario per l’avvio di una forte iniziativa diretta a promuovere, attraverso un’ ampia politica dei “diritti sociali”, un deciso e decisivo supporto alla famiglia, soprattutto nel campo del sostegno alla natalità e delle tematiche educative rivolte ai minori.
Il Governo Draghi deve poi ampliare il suo orizzonte sul piano delle relazioni internazionali, con particolare riguardo al bacino del Mediterraneo, in cui l’Italia rappresenta il naturale fronte meridionale europeo, e a cui l’Europa deve guardare con una più spiccata consapevolezza dell’incidenza che i conflitti che vi si affacciano esercitano sul piano del complessivo confronto in atto tra le maggiori potenze.
I recenti drammatici naufragi di migranti nel Mediterraneo ci richiamano all’urgenza di una politica che sappia farsi carico, secondo un indirizzo di civiltà solidale e di studiata accoglienza, del fenomeno migratorio e delle condizioni di grave vessazione in cui vivono i rifugiati nei campi profughi della Libia e di altri Paesi. Ci auguriamo che il Governo in carica, guidi e solleciti, impegnandovi la responsabilità degli Enti Locali e delle relative comunità, anche tramite i rispettivi enti del Terzo Settore, percorsi di sperimentazione di programmi di accoglienza e ragionata integrazione dei migranti.
L’Italia si faccia parte attiva per indurre l’Europa a guardare con una più spiccata consapevolezza ai problemi dell’area mediterranea e dell’Africa e alla necessità di impedire che queste parti del mondo a noi così vicine diventino terreni di scontro tra potenze rivali. Si rafforzino invece con mutuo profitto le relazioni di cooperazione economica, sociale e culturale.
Ci auguriamo che il Governo Draghi possa rappresentare l’occasione per il superamento del regime bipolare che ha costretto la dialettica politica del nostro Paese nella camicia di forza di un contrapposizione sterile e di reciproca delegittimazione dei due poli di destra e di sinistra, cosicché l’auspicata alternanza, anziché condurre al compimento della nostra democrazia difficile, ha condotto ad una forma di democrazia contratta.
Ci troviamo dunque a vivere una fase di transizione, non solo ecologica e digitale ma anche politica. Il governo Draghi, impegnato ad affrontare finalmente le questioni più sgradite che la politica degli ultimi anni – alla ricerca di facili consensi – ha dimenticato, impone ai partiti di assumere un ruolo di maggiore responsabilità nella stagione appena avviata delle “trasformazioni”.
E’ necessario che prevalga la cultura di governo, imperniata sull’ascolto e la collaborazione, per governare non solo il presente ma anche, e soprattutto, il futuro del nostro Paese.